Buoni mensa: un passo in avanti. Ma è ancora troppo poco. Vanno aiutate in modo più deciso le famiglie con più figli. Chiesta la convocazione del Consiglio Comunaledi Giuliano Zugno, Gennaro Piscopo, Maurizio Civiero“La Giunta , pressata dalle iniziative dei nostri gruppi, ha corretto il tiro: le spese del personale assistente non graveranno più sulle famiglie, ma sull’intera collettività. Questa decisione è un passo nella giusta direzione, e non possiamo che esprimere soddisfazione. E tuttavia è ancora troppo poco. E non va effettivamente incontro alle famiglie numerose: anche con la nuova delibera , il risparmio medio per chi ha tre figli è ben poca cosa, cioè circa 35 euro l‘anno. Infatti i pasti per il
primo figlio sono i più numerosi e al prezzo di euro 4.35 (costo del singolo
pasto euro 4.20) , aggiunti ai costi degli altri pasti ( euro 4.05 per il
secondo figlio ed euro 3.85 per il terzo), danno come entrata complessiva annua
per la mensa una somma ancora superiore al totale dei pasti
calcolato al costo medio di Euro
4.20” dichiara il consigliere Piscopo. “Riteniamo necessario fare uno sforzo ulteriore e, pur tenendo conto delle contingenza economica negativa, che rende difficile intervenire in modo ancora più radicale, si devono rivedere e rideterminare i prezzi dei pasti. Se, ad esempio, fossero attestati “almeno”, se di meglio non è possibile, ad euro 4.30( da 4.35) per il primo, 3.85( da 4.05) per il
secondo e 3.50( da 3.85) per il terzo
figlio , con una spesa i più pari
all’incirca ad euro 15/16.000, il
risparmio per una famiglia con tre figli ammonterebbe a circa 90 euro l’anno. E’ una misura necessaria per agevolare la soddisfazione di un livello minimo del diritto allo studio, soprattutto nei confronti dei
bambini di famiglie numerose, chiamate colpevolmente ed incredibilmente a
sostenere i maggiori
sacrifici. E’una politica che
penalizza le fasce di popolazione degne di tutela , e , tagliando i servizi, distrugge
la coesione sociale e discrimina sempre di più chi può meno”, continua il
capogruppo Zugno. “La cifra può essere reperita approvando le proposte che abbiamo presentato, cioè riducendo a 5 il numero degli assessorati e riducendo pro-tempore il compenso al Presidente del Consiglio ed ai consiglieri. La comunità di Scorzè ci ha chiesto con forza, anche con le tante firme raccolte, di prestare attenzione ai servizi minimi essenziali come l’istruzione. La politica non può non battere un colpo, possibile oggi mettendo le mani ai propri compensi. E’ perciò necessario e doveroso , nonostante la decisione della Giunta, rivedere ancora i costi dei buoni pasto. A questo fine abbiamo chiesto unitariamente la convocazione del Consiglio Comunale, così da approvare le proposte che abbiamo presentato, reperendo i fondi necessari ” conclude il cons. Civiero. I Capogruppo: Giuliano Zugno, Gennaro Piscopo, Maurizio Civiero Gentile Sindaco, sono una cittadina del comune di cui Lei si occupa, e mi trovo sconcertata da un'iniqua distribuzione di attenzioni e di risorse economiche sul territorio. Non riesco a capacitarmi del
fatto che la crisi si sia abbattuta solo sulla scuola pubblica, ho saputo con
rammarico che alle scuole materne private e agli asili nido presenti sul
territorio, sono stati garantiti gli stessi introiti degli anni precedenti,
mentre alla scuola pubblica sono stati applicati nuovi tagli e aumenti: per
es.ai buoni pasto, che diverranno di € 4.20 ciascuno e di aumenti al trasposto
scolastico, nonchè della totale astensione,se non per gli ambienti
scolastici,al post scuola dei plessi della Primaria di Peseggia e di
Scorzè. Mi chiedo il perchè di questa discriminazione,e soprattutto come mai non si sia pensato a gestire diversamente le risorse, già esigue, sul versante scuola, per esempio accantonando una quota parte,magari un 10% dei fondi destinati negli anni precedenti alle istituzioni private, per la scuola pubblica, la scuola dell'obbligo, che vede centinaia di studenti impegnati per almeno 8 anni con l'impegno scolastico. Penso che la crisi economica che stiamo vivendo sia una cosa seria e difficile da affrontare, credo sia necessario pensare a tutte le fasce di età in egual misura. Suppongo che questa situazione le sia stata già segnalata: in effetti è palese, e la non curanza, la carente sensibilità rende inaccettabile la scelta di questa amministrazione comunale. Sento di dover esprimere il mio disappunto: mi sembra veramente ingiusto gestire le risorse di un'intera collettività solo su un fronte: è stata una precisa strategia a portarvi a ciò, oppure si può pensare che in seguito le risorse vengano distribuite più equamente su tutti i cittadini? Son certa che la Sua disponibilità mi renderà consapevole, mi auguro un più coerente rapporto di uguaglianza sul piano economico, che inevitabilmente diviene ideologico, nel momento in cui si può stabilire un confronto tra le parti. La ringrazio per la Sua
attenzione, cordialmente La saluto una cittadina mamma di figli
frequentanti la scuola pubblica. una cittadina mamma di figli frequentanti la scuola pubblica Al Sindaco del Comune di Scorzè, Sig. Giovanni Battista Mestriner Al Presidente del Consiglio del Comune di Scorzè, Sig. Gabriele Michieletto All’assessore alla Pubblica istruzione, cultura e trasporti, Sig.ra Nais Marcon E p.c. Alla Giunta Comunale del Comune di Scorzè. Al Consiglio Comunale del Comune di Scorzè Oggetto: Aumento buoni mensa, un costo in più per le famiglie. Prendiamo atto, che l’amministrazione comunale ha deciso in sede di previsione di bilancio di annullare la co-partecipazione per l’erogazione del servizio pasti presso le scuole del territorio. Tale scelta, motivata da difficoltà di bilancio, fa ricadere tutto il peso economico sulle tasche delle famiglie del territorio, aumentando il costo del buono mensa da euro 3,60 ad euro 4,20 (in media). L’amministrazione ha inoltre tagliato il finanziamento al servizio biblioteca, questo ha comportato una riduzione dell’orario di apertura del servizio. Consideriamo tali scelte del tutto inopportune e squalificanti per la nostra comunità scolastica e sociale. La mensa scolastica è, oltre ad un luogo dove pranzare, anche un importante momento di socializzazione per i nostri figli, cosi come la biblioteca, simili scelte di carattere amministrativo oltre a pesare economicamente sulle tasche delle famiglie, portano con sè seri problemi di carattere sociale ed educativo. Per questo, chiediamo all’amministrazione comunale, di: · Verificare ogni soluzione possibile per venire incontro alle famiglie nella spesa per il buono pasto, ristabilendo una quota di partecipazione nella gestione e finanziamento del servizio. · Verificare la possibilità di avere un contratto più favorevole anche da altre aziende di distribuzione, valutando secondo quelli che sono i criteri di una gara pubblica la qualità del servizio offerto, la sua economicità e le dovute garanzie verso chi usufruisce del servizio mensa. · Ristabilire un servizio biblioteca in orario pomeridiano per renderlo maggiormente fruibile dai ragazzi. · Sostenere, coinvolgendo quanti più soggetti possibili, un programma di educazione che punti a costruire una vera comunità partendo dalle scuole, senza permettere che scelte di bilancio così negative possano portare a situazione di sgradevole discriminazione. Certi di avere presto Vostra risposta alleghiamo alla presente n 433 firme a favore del nostro documento. Cordiali saluti
Ai sottoscrittori la lettera “Aumento buoni mensa, un costo in più per le famiglie” di Davide Zuin Nell’aver, personalmente, condiviso con Voi l’esigenza di segnalare a questa Amministrazione Comunale come non sia stata in grado di mantenere i servizi alla persona già piuttosto carenti nel nostro territorio, sento oggi il dovere di dare a mia volta un contributo in risposta alla lettera che il Sindaco ha ritenuto di inviare ad ognuno dei 433 firmatari ( “Aumento buoni mensa, un costo in più per le famiglie”) e che io stesso ho ricevuto, avendo sottoscritto il documento. Sono convinto che le scelte di bilancio non possano essere meramente assimilabili a scelte di contabilità generale di un ente pubblico: sono comunque e sempre scelte su cui si risponde sul piano politico ancor prima che su quello contabile. Nel corso del 2009 il Comune di Scorzè ha sforato, per il secondo anno consecutivo, il Patto di Stabilità Interno, strumento economico giuridico che, perseguendo l’obiettivo di ridurre il deficit e il debito della Pubblica Amministrazione, regola la spesa degli Enti decentrati. E’ stato un grave errore cui ha pesantemente concorso una gestione poco accurata dei soldi pubblici e ha comportato, negli ultimi anni, tagli sostanziali al bilancio comunale. Stiamo ora assistendo ad una totale paralisi dell’attività amministrativa nel nostro territorio, e quella che ci si presenta è un’ Amministrazione ostaggio di se stessa. “Non è possibile ristabilire la quota parte di partecipazione nella gestione e nel finanziamento nel servizio di ristorazione scolastica in quanto non vi sono risorse”, in buona sostanza non ci sono soldi, “Non è possibile attivare una gara pubblica per l’affidamento del servizio di ristorazione in quanto mancano i fondi”, anche questo va tradotto nella mancanza di soldi. Ed il risultato ultimo è la sostanziale dipendenza dalla ditta fornitrice Agogest, che ha potuto facilmente stabilire prezzo e condizioni del servizio dal momento che non ha avuto concorrenti. Peccato che prezzo e condizioni li subiscano i cittadini di Scorzè ed i loro figli E’uno degli esempi che rendono evidente come il nostro Comune sia oggi governato da un’Amministrazione che si barrica di fronte al “non ci sono soldi” per giustificare scelte politiche inaccettabili come quella di far ricadere gran parte dei tagli portati al bilancio di previsione 2010, sui SERVIZI ALLA PERSONA E SULLA SCUOLA PUBBLICA Ritengo invece che se l’Amministrazione avesse a disposizione anche un solo euro, quell’euro dovrebbe essere destinato al sociale e a quelle fasce di cittadinanza che ne hanno maggiormente bisogno e che all’insegna di questa preoccupazione ,l’Amministrazione dovrebbe gestire le sue scelte. Assistiamo invece ad una politica (quella che ci governa) che sembra aver abbracciato il principio che “chi non ce la fa si arrangia perché …. l’Istituzione Comunale “non ha soldi””. E’ una politica del tutto irresponsabile, e l’aver dimostrato il dissenso e l’aver tentato di proporre un’alternativa attraverso la vostra lettera dovrebbe far pensare al Sindaco che la Cittadinanza che amministra, vigila sul suo operato. E non si accontenta delle sue risposte .
GRUPPO CONSILIARE SCORZE’ COMUNICATO STAMPA
| Taglio dei costi della politica, riduzione assessorati. Il Consiglio, Valutato che il Paese sta attraversando una pesante crisi economica e che il Comune si trova in Ristrettezze di bilancio. Continua
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